Marie Louise: le novità 2025, l’approccio biodinamico e la realizzazione di un “bioma canna da zucchero” in Nord Grand Terre

Abbiamo presentato, giovedì scorso, presso la Cave PHP, a Jarry, in Guadalupa, davanti ad un pubblico di appassionati e conoscitori, le (ben) quattro nuove referenze 2025 per Rhum Marie Louise, progetto che seguo dal terzo anno a questa parte, e che mi coinvolge sempre di più, permettendomi di mettere a frutto buona parte delle mie conoscenze, della mia visione e della mia creatività, oltre a darmi sempre più spazio e fiducia, in un mercato stratificato e legato alla tradizione dell’Agricole, ma al contempo affamato di novità come quello di Guadalupa e Francia continentale.

Ciò che distingue su tutti, per me, questo progetto, che vedrà presto la costruzione di uno chai e di una distilleria sul suolo di Grande Terre, a Anse Bertrand, dove l’acqua scarseggia, ma la canna da zucchero di ottima qualità e ricchezza prospera, e la tradizione della coupe à la main ha uno dei suoi bacini più storici su queste isole, è l’approccio, legato a doppio filo all’agronomia di un luogo naturalisticamente ricco di tesori come il Domaine De Bel’Air, ad un volo d’uccello dalle scogliere maestose di Anse Bertrand e dall’oceano, ma rannicchiato in una semi vallata dal terreno scuro, ferrallitico-argilloso e ricco di calcare e sedimenti marini, popolato da alberi secolari di Poirier, Bois D’Inde, Mangue, Flamboyant, Mahogany, al riparo dei quali la prima parcella di canna B69.566, mamma dei nostri rum, è stata piantata da ormai 5 anni ed è prossima al suo rincalzo, mentre una nuova parcella sperimentale, con a bordo vecchie varietà, canne “nobili” non ibride, è ormai prossima alla maturazione, ed una nuova parcella verrà piantata presto: questi suoli dalla ricchezza naturale intatta vengono condotti, con grande rispetto ed etica, da Rodolphe Payen, in completo regime biologico, e, con l’uscita del nuovo bianco, pertinente al millesimo 2024, ispirandosi ad un approccio biodinamico.

Il Rhum Blanc Marie Louise Millesime 2024, volutamente chiamato « Canne de Lune », è stato speciale sin dall’attimo della raccolta della canna, svoltasi, ovviamente à la main, durante il plenilunio di Aprile 2024: arrivata in distilleria, la canna è stata passata ai mulini quasi senza diluizione, e ho condotto la fermentazione nell’arco di quattro giorni, con lieviti della stessa canna riprodotti da vetrino, isolati dal laboratorio Italiana Biotecnologie per questo progetto. E’ stata l’ultima fermentazione del lotto, quella più lineare, tranquilla e profumata. Nonostante qualche problema di pressione durante la distillazione nella colonna Sofac di Montebello, e grazie ad un lungo lavoro di brassaggio e diluizione al 56%, lungo un anno, abbiamo potuto finalmente imbottigliare questo Rhum Blanc Agricole profumato di fiori, agrumi, albicocca e oceano.

Questo mi permette di introdurvi il concetto di interpretazione del millesimo e della canna da zucchero, di concentrazione degli aromi, di selezione del grado, fondamentali per il mio modo di lavorare, ma spesso poco compresi, a causa dell’abitudine alla linearità ed alla potenza, maggiormente su note erbacee, dei rum di queste latitudini. Ad ogni millesimo, ed alle sue ricchezze ed asperità, la canna da zucchero reagisce come un riflesso diretto: non c’è raccolta uguale ad un’altra, perché basta un rovescio di pioggia in più od una mano diversa alla coupe per cambiare le cose, perciò non è tanto il brix a determinare come e quanto sarà il mio rum, ma una serie di fattori oltre a quest’ultimo, come la quantità di fibre a seconda del posizionamento nella parcella, la consistenza nella dimensione dei fusti e il posizionamento degli internodi lungo la parcella e la distribuzione dei livelli zuccherini, il tempo durante il quale la canna è rimasta “sur pied” o quello in cui è rimasta a terra nella corte della distilleria, oltre a tutti gli altri fattori che conoscete e che fanno parte di quella parola abusata ed amata che è “terroir”. Secondariamente, impostare una diluizione del succo durante il broyage ha molto a che fare con tutti questi aspetti: personalmente ricerco il maggior equilibrio tra la densità di partenza e la possibilità di formare aromi fermentativi (e quindi congeneri) interessanti da portare in alambicco e concentrare. Marie Louise ha un suo pattern di aromi, riconoscibile e identitario, che, millesimo dopo millesimo, ed in base alla maturità ed alle condizioni della canna, possono esprimersi in note maggiormente floreali o agrumate o fruttate o infine iodate/marine. Questo pattern può essere ulteriormente migliorato e portato in luce grazie al lavoro di diluizione ed alla ricerca del grado alcolico ideale, quello dove i miei sensi fanno “click” come il sound of the future di Giorgio Moroder: ad esempio, il Rhum Blanc Brut Nature, che tanto era piaciuto all’Agricole Day di Milano lo scorso anno, quest’anno viene presentato ad una gradazione leggermente diversa, 70,1% ABV, che è più espressiva del suo tono fresco, tropicale e iodato, aiutata anche da una diversa sensazione tattile di morbidezza al palato.

Inoltre, lo scorso giovedì, abbiamo presentato un terzo bianco, un esperimento che nessuno aveva ancora approcciato a mia conoscenza: un “Triple Millésime”, ovvero un blend ragionato dei tre Marie Louise bianchi usciti sinora: 2022 col suo carattere di canna appena tagliata e agrume, 2023, opulento e complesso, con le sue note floreali, fruttate e oceaniche, e 2024, verticale, floreale e agrumato. Non è stato facile far parlare una porzione percepibile di ciascuno di essi, e diluire rum che avevano massivamente stratificato ed esterificato, in acciaio ed a gradazione piena, ma sono soddisfatta del risultato, ed anche il pubblico presente ha gradito.

Last, but not least, l’ultimo nato di casa Marie Louise è un nuovo Rhum Elevé Sous Bois, di 24 mesi, pertinente al millesimo 2023, dal colore luminoso e dorato: anche in questo caso, per ridare respiro ad una tipologia di quercia, quella Americana, ampiamente utilizzata ma in un solo senso, l’Ex Bourbon, a queste latitudini, ho preso il sentiero non battuto: Quercus Alba è figlio di una botte americana di grande formato, proveniente da un solo albero, dello stato del Missouri, dove l’apporto gourmand e pieno dei b lattoni ha arricchito il rhum blanc utilizzato, proveniente da una fermentazione specifica e per sua natura fruttato (mirabella, albicocca), di note lattee, di cocco e di vaniglia, e di un apporto deciso, nel segno del fumo, del latte di avena e dei fiori di giacinto, conferito da una bella botte ex Rye proveniente da Brown Forman, che mi è servita da diluizione.

Il 2024 è l’anno che segna la continuità per Marie Louise, e quello che finalmente ci designa come produttore che si distingue dal panorama attuale di Guadalupa per la sua ricerca agronomica nel senso del rispetto della natura e della biodinamica, per l’intensità aromatica dei suoi rhum agricole e per la cura maniacale del dettaglio, sia esso produttivo o semplicemente di packaging.

Abbiamo provveduto ad inviare a Claudio il set delle quattro cuvées, per chi fosse interessato alla degustazione, e speriamo di poter distribuire presto il prodotto in Italia.

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